Mesopotàmi
culle della civiltà,
passeggini della sapienza,
ardito popolo delle primeve terre di mezzo
quando gli hobbit non rompevano i coglioni,
zuppi ne sono i sussidiari
almeno fino a pagina trentasette
di Tigri ed Eufrate.
Mèsopotami
di lingue strane i padri,
ziguratti attorcigliati si inerpicano per la storia.
Crollano le mura del Tempio di Gerusalemme la Santa,
sotto gli sputi di Nabucodonosor il Re
e loro, a casa, a bere birra, tanto la squadra è forte e vinciamo il girone.
Mesòpotami
bambini accàdi che fanno a biciclettate nel cortile,
bambine assire ignude sulla riva del fiume,
bambini accàdi che smettono di fare a biciclettate e si dirigono verso il fiume.
Mesopòtami
figli della mezzaluna fertile,
il Tavoliere del Vicino Oriente.
Vento forte tra Babilonia e Poggio Imperiale.
Di scrittura maestri, inventarono il das.
Mesopotamì?
Ui se moi!